È in giornate come quella di lunedì 28 ottobre che diamo un senso al percorso intrapreso in questi ultimi 5 anni.
Non tanto per fondi raccolti (tanti, 36.000 euro) ma perché sappiamo di aver donato, oltre al denaro, sorrisi, speranze e la possibilità concreta di migliorare la vita delle persone. Di aver fatto la cosa giusta. Così come avrebbe voluto la nostra Nadia. È il motivo per cui siamo qui.
Un po’ di storia.
Il progetto, dal nome emblematico, “Inseguendo una Speranza” nasce da uno spunto di Chiara Chetta, una giovanissima ragazza che da poco ha messo le sue energie e il suo entusiasmo a disposizione della Fondazione Nadia Toffa. Con lei è nata l’idea di supportare la ricerca in corso a favore del trattamento di tumori celebrali pediatrici. Assieme ad Alessandra Marotta, che per noi si prende cura della regione Puglia, è partita così l’iniziativa di raccolta fondi.
Perché c’è bisogno di ricerca?
Come sappiamo di prima mano noi della Fondazione Nadia Toffa, i tumori cerebrali rappresentano sempre una sfida significativa, ancora di più quando colpiscono i bambini. In Italia sono tanti i piccoli pazienti colpiti e i tumori sono il secondo tipo di tumore più comune in età infantile.
Nonostante i progressi nella comprensione delle dinamiche molecolari di queste malattie, i tumori cerebrali rimangono una delle principali cause di decesso per malattia nei più piccoli. Anche quando le terapie attualmente disponibili hanno successo, i bambini che guariscono spesso sono costretti a convivere con le conseguenze a lungo termine di trattamenti estremamente aggressivi che, ad oggi, colpiscono tutte le cellule dell’organismo.
La ricerca punta non solo a individuare terapie che aumentino il tasso di guarigione, ma anche terapie più mirate grazie a farmaci in grado di aggredire esclusivamente le cellule tumorali. Questo tipo di interventi sarebbero un progresso non solo per l’incremento delle percentuali di guarigione, ma anche perché sarebbero in grado di migliorare la qualità della vita di quei bambini che superano la malattia. Per questo “inseguiamo” una speranza.
Cosa abbiamo fatto?
Abbiamo scelto di intervenire per sostenere un gruppo di ricercatori che si occupa proprio di questo. Il progetto è coordinato dal reparto di Oncologia pediatrica dell’Ospedale Vito Fazzi sotto la guida della dottoressa Assunta Tornesello in collaborazione con Nanotec dell’Università del Salento, e realizzato grazie alle collaborazioni con l’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù e l’Università La Sapienza di Roma.
Nel corso degli ultimi mesi il progetto ha preso luce grazie al supporto e alla generosità di molti. In primis grazie al Gruppo Giannetta e Lanzilao che coi i loro punti vendita Conad sono stati il vero motore per la raccolta fondi. Assieme a loro fondamentale è stato il contributo l’US Lecce nella figura del presidente Saverio Sticchi Damiani, del Basket Nardò, del Comune di Nardò e i suoi generosi cittadini che hanno messo a disposizione le loro strutture e la loro ospitalità e, soprattutto, delle tantissime persone che in piccolo o in grande hanno voluto partecipare con noi. Con tutti questi contributi abbiamo raccolto ben 36.000 euro da destinare all’iniziativa.
Il nostro obiettivo era arrivare a 50.000 e grazie allo sforzo degli amici dell’associazione dei Genitori di Oncoematologia Pediatrica “Per un sorriso in più”, che hanno donato i restanti 14.000 euro, siamo riusciti a fare centro.
Questo lunedì 28 ottobre, ospitati presso Palazzo Carafa, sede del Comune di Lecce, alla presenza del sindaco Adriana Poli Bortone e del direttore della ASL Puglia Stefano Rossi, abbiamo finalmente potuto consegnare l’assegno nelle mani della dottoressa Tornesello.
È stato il risultato di mesi di programmazione, di sforzi, di inciampi e risalite che finalmente si è concretizzato in una bella giornata di festa. Una vittoria non solo per noi della Fondazione Nadia Toffa, ma anche per i tanti bambini a cui confidiamo di aver regalato un sorriso e una speranza in più. Perché è vero che la speranza la “inseguiamo” sempre, ma ci piace anche raggiungerla.
Ci teniamo a ringraziare sinceramente e col cuore tutti coloro che in un modo o nell’altro hanno partecipato a questo successo. Da chi ha speso il proprio tempo e le proprie energie per organizzare e coordinare l’iniziativa, fino a chi ha donato anche solo un euro. Niente di tutto questo sarebbe stato possibile senza di voi.
E siccome non ci piace restare con le mani in mano, ora ci rimbocchiamo di nuovo le maniche, e lavoriamo alla prossima iniziativa.